domenica 6 ottobre 2013

Intervista di Rob per Sport & Style Magazine (Francia) (traduzione completa)

Fotos in HQ 


 
 
Traduzione 

Robert Pattinson: " Volevo essere un musicista"



Appassionato di pugilato,il britannico Rob Pattinson si è ispirato ai codici della nobile arte di pregio e di eleganza dell'Arsenal per gestire la sua carriera. Incontro a Los Angeles con il nuovo volto di Dior Homme.


Sdraiato sul divano nella suite 111 del Beverly Hills Hotel di Hollywood, gli occhi arrossati, Rob Pattinson è visibilmente stanco.Tutta colpa del party che si è tenuto la sera prima e che è durato per tutta la notte. Tuttavia, egli accoglie i suoi ospiti con rispetto e sincerità balzando in piedi improvvisamente.Cappello da baseball all'indietro, camicia nera, jeans e scarpe da ginnastica, Diet Coke in mano, Robert Thomas Pattinson ha ben poco a che fare con Edward Cullen, il personaggio interpretato nella Twilight Saga. A 27 anni, Rob è molto più di un attore inglese che ha conquistato Hollywood, o anche di una qualsiasi star internazionale di una serie TV. Questo londinese discreto, colto ed elegante è diventato un'icona globale ed è adorato da milioni di fan. Uno status confortevole, ma temporaneo - e soprattutto estremamente ingombrante - che l'attore sta cercando di cambiare lentamente e molto abilmente: come per quanto riguarda i ruoli in Bel Ami e The Rover di David Michôd,l’adozione di un padre cinematografico nelle vesti di David Cronenberg('Cosmopolis' nel 2012 e un nuovo film in preparazione) e un ingresso sensazionale nel mondo della moda di questo autunno, diventando il nuovo volto di Dior Homme.Un sacco di indizi consistenti che ci fanno capire attraverso Sport & Style, che non dobbiamo perdere Rob Pattinson.E’ qui seduto,e adesso è il nostro turno per giocare a fare i vampiri ed ottenere informazioni.

Continua per leggere l'intervista 


Quando hai iniziato ad interessarti di commedia e a comprendere il potenziale espressivo che rappresenta?

Ho iniziato tardi in teatro perché ero un bambino estremamente timido. E' stata una rivelazione: era la prima volta che affrontavo le mie paure e la scarica di adrenalina è stata intensa. Poi,c’è stata la prima volta in cui ho avuto la sensazione di "costruire" qualcosa. E' stato in occasione di 'Little Ashes ', nel 2008, un film strano dove ho recitato nei panni di Salvador Dalí. Volevo dare credibilità a questo personaggio e quindi alla mia prestazione.

Sei stato anche un musicista?

All’inizio sì,volevo essere un musicista.Ameno fino a Twilight. A quel tempo, ero in tour con una band nei pub in giro per Londra.Facevamo folk-pop, ma ho sempre preferito la musica soul- Otis Redding, Van Morrison – rispetto alla musica folk.

Che cosa è l'eleganza per te come attore?

E' sicuramente un equilibrio tra magnetismo, aura, comportamenti, gesti,aspetto. Ma l'eleganza è data anche dall’ essere in grado di ascoltare e di parlare.

Che dire invece dello stile?

E’ un modo di esprimere se stessi, o meglio, un mezzo di espressione. Lo stile è spesso visto come una sorta di estetica, un modo di nascondere se stessi in un vestito. Al contrario, penso che il vero stile sia rappresentato da una buona conoscenza di sé stessi e anche dall’essere molto onesti con voi stessi.

E' difficile trovare buoni script quando sei una superstar?

Sì, perché è difficile comprendere come ti vede il pubblico. Oggi, le persone sanno un sacco di cose sugli attori al di fuori della loro professione. La scelta dello script è costituito dall'interesse intrinseco dello stesso,ma anche in quello che è quasi un manifesto personale : la scelta di un dato personaggio, mi prende troppo!

Perché hai scelto 'The Rover' di David Michôd che uscirà presto? Per andare nella direzione opposta rispetto alla tua immagine pubblica?

Probabilmente un po', è parte dell'equazione.Lo volevo veramente , ho fatto il provino due volte! Lo script era meraviglioso, ho lavorato duro. La storia è fantastica, molto originale,proposta in un modo molto innovativo. Mi è sembrato da subito qualcosa di molto diverso da tutto il resto e io ho voluto a tutti i costi farne parte.

Come la tua partecipazione allo spot per il marchio girato con Romain Gavras per Dior, un modo per aiutare a cambiare la tua immagine agli occhi del pubblico?

Lo spero.E’ stata un’avventura molto strana.Non avrei mai immaginato di pubblicizzare un marchio.Tuttavia è stato facile decidere,non ho mai dubitato della scelta.E’ stato facile,perché per me è stato rilevante il fatto che tutti abbiamo condiviso le stesse idee e ambizioni.

Romain Gavras ha molto apprezzato il tuo coinvolgimento nel progetto e la tua interpretazione in esso…

Questo è il motivo per cui ho voluto fare questo progetto con lui fin dall'inizio, perché sapevo ne sarebbe rimasto coinvolto. Negli spot, si sente sempre questa sensazione di disagio, questa distanza tra il regista e gli attori, tra il prodotto e gli attori, tra il film e il pubblico ... Io non volevo questo.Nei lavori di Romain, c'è vita, sangue e sudore. Una crudezza che si può toccare con mano.Non avrei potuto rappresentare il tipo che si mette in posa,proprio per questo il merito dovrebbe andare a Romain. E' lui che ha innescato e ispirato questo tipo di onestà d’interpretazione.

Ti fidi completamente di lui?

Assolutamente.Dalla prima volta che l’ho incontrato, mi è piaciuto il suo atteggiamento. Era un po' riservato, non ha detto subito di sì,ha voluto prima incontrarmi. Mi ha detto chi era e che cosa voleva fare. Ho sentito di volere la stessa cosa, eravamo sulla stessa lunghezza d'onda.Ma allo stesso tempo volevamo essere cauti, perché un malinteso tra un regista e un attore è in grado di creare alcuni abomini. Avevo completa fiducia in lui.Da contratto avevo l’ultima parola su ciò che veniva girato,ma non ne ho avuto bisogno. Volevo che Romain producesse ciò che aveva in mente,in modo che potesse essere il suo film.

Nessuna paura dunque…

Nessuna, ed è stato incredibile. La maggior parte delle volte,il fatto di lavorare con grandi aziende implica che tutto venga messo nero su bianco sul contratto,ma in questo progetto nessuno dubbio e nessuna paura.

Cosa sarebbe il cinema americano senza attori britannici?

E' vero! E' incredibile, non è vero? Inglesi o australiani. O i canadesi!Siamo fastidiosi per loro!(ride). Quando sono arrivato a Hollywood,eravamo in pochi,e alcune persone deridevano il nostro accento.Oggi sono più del tipo 'Torna a casa!'Sono molto curioso di vedere come si evolveranno le cose.

E' una questione di cultura differente,di formazione,di estrazione sociale,forse…

Esattamente.Il profilo degli attori britannici è cambiato molto negli ultimi anni.Prima gli attori provenivano tutti dalla classe media,da scuole private,dove avevano studiato teatro.In pochi anni la situazione è cambiata,e adesso provengono da ogni contesto sociale perché hanno ottenuto borse di studio da parte del governo.La società si è evoluta,per poter essere un attore in Inghilterra , è necessario disporre dei mezzi necessari o diventa tutto molto difficile.

Se fai un passo indietro e consideri la tua carriera,ti senti come se stessi alla ricerca di qualcosa? Sei ambizioso?

Sì. Quando fai un film di Twilight dopo l'altro,ti chiedi se riuscirai mai a fare qualcosa di diverso.E poi accade con Cronenberg o qualcun altro e ti rendi conto che ti puoi realmente cimentare in cose che non hai mai fatto prima.Devi solo saper cogliere l’opportunità.

Cosa ti ha condotto a Cronenberg, con il quale stai lavorando di nuovo dopo Cosmopolis?

Lui è un uomo incredibilmente intelligente,tanto per cominciare. Poi, lui è un artista dalla notevole integrità, non ha mai fatto un film per cattive ragioni e sicuramente non per soldi. Lui è un uomo d'onore, se questa parola ha un senso.E ognuno si sento a suo agio sul set, ed è uno dei pochi che continua a cercare di superare i limiti,il che è fantastico. È riuscito a mantenere intatte la sua passione e la curiosità.

Che dire dello sport? Sei ancora un tifoso dell'Arsenal?

Sì, anche se non riesco a tenere il passo della Premiere League,le partite vengono trasmesse troppo presto in California. Ultimamente,sono molto preso dalla boxe,mi piace guardare le categorie dei pesi leggeri: peso medio, welter, super-welter e anche dei pesi piuma.

Cosa ti piace della boxe,l'aspetto coreografico?

Sì, certamente e non c'è nessun altro sport in cui la sconfitta può apparire più terribile e dolorosa. E' uno sport, una disciplina terrificante dove l'onore riveste un ruolo determinante. E’ bello, davvero.

Pensi che Arsène Wenger dovrebbe rimanere in carica all'Arsenal?

Sì, mi è sempre piaciuto, ma con il tempo, ha sviluppato una sorta di paura di vincere.

Questo è un atteggiamento piuttosto francese ...


In effetti. L'Arsenal è probabilmente l'unica squadra in Premiere League che gioca come una squadra francese. Sono molto più occupati a giocare con eleganza che a pensare di vincere !Non vinciamo ma siamo sicuri di giocare bene ...

Nessun commento:

Posta un commento